Narrativa

"Racconti scritti benissimo, incalzanti, ti prendono fino alla fine. Intrisi del sapore tipico della leggenda popolare, sono anche molto cinematografici. Richiamano il Pupi Avati de "La casa dalle finestre che ridono" e certe indimenticabili pagine felliniane."
      Stefano Andrini, giornalista e scrittore

Gran parte della narrativa di Enrico Teodorani è costituita da racconti ambientati nella Romagna rurale, in cui talvolta torna, come unico vero personaggio seriale, Teodoro Teodorani detto Durìn, liberamente ispirato al suo omonimo prozio, protagonista di un romanzo breve, Nero romagnolo, scritto nel 2013 ma uscito nel 2014, e di una serie di racconti noir pubblicati dal 2013 in poi.
Particolarmente noti sono i suoi racconti fantastici e dell'orrore dove l'autore rivendica per una regione di solito associata al mare e all'estate come la Romagna, a cui si accosta spesso l'aggettivo "solatìa", un aspetto tenebroso, "gotico": "Io sono nato in una famiglia contadina, in una casa colonica che d'autunno d'inverno era quasi perennemente avvolta dalla nebbia," ha detto Teodorani in un'intervista, "una nebbia attraverso cui gli scheletrici rami degli spogli alberi di pesco nel campo, visti dalla finestra, sembravano sinistri nugoli di braccia di fantasmi pronti ad afferrarti. E spesso da piccolo mi capitava di sentire, quando gruppi di anziani si radunavano in casa, racconti macabri o spettrali che si raccontavano per sentito dire e che corrispondevano più o meno a una versione rurale e con caratteristiche fortemente "localistiche" delle odierne leggende urbane".